Sistema elettorale – Bozze di programma

Elezioni 2008 – Bozze di programma elettorale
Marco Gentili – ISTITUZIONI

Sistema elettorale uninominale maggioritario ad un turno (40 consiglieri x 40 collegi – 10 x provincia) – In Italia impera una cultura proporzionalista che spazia dalla rappresentanza politica, alla spartizione dei finanziamenti e degli incarichi amministrativi, all’informazione, alla cultura … a tutto. E’ il vero problema della democrazia italiana ed è in contrasto con il merito, la governabilità, la parità di condizioni ed il rispetto delle regole, il sistema di controllo. Un sistema radicalmente diverso ed opposto come quello anglosassone, potrebbe creare le condizioni di una vera rivoluzione nei rapporti tra le forze politiche, tra partiti e cittadini, tra elettori informazione e potere. I partiti sarebbero costretti ad abbandonare l’occupazione del potere per tornare alla politica, mentre potrebbero affermarsi personalità politiche per la gestione e l’amministrazione della cosa pubblica.

Iscrizione volontaria nelle liste elettorali – Oggi questo diritto acquisito per diritto di età, deresponsabilizza l’elettore, a cui non viene mai chiesto se vuole o no partecipare al gioco democratico. Registrarsi volontariamente all’anagrafe in vista delle tornata elettorali, favorirebbe il costituirsi di un elettorato consapevole e determinato a far valere le proprie convinzioni e programmi.

Riduzione dei consiglieri a 40
Referendum confermativo su le grandi questioni (leggi di riforma settoriali – leggi istituzionali – finanziamento grandi opere)
Abolizione del quorum referendario
Referendum abrogativo – riduzione delle firme da 30,000 a 20,000
5,000 proposta di legge di iniziativa popolare (con discussione e votazione obbligatoria in tempi certi)
Anagrafe degli eletti e delle istituzioni on-line

SANITA’ (dal programma x le regionali 2000 della Lista Bonino Piemonte)

Una politica per la sanità, che privilegi le possibilità di scelta dei cittadini, può essere costruita su queste basi:

Generare un’effettiva concorrenza tra gli erogatori dei servizi sanitari, siano essi pubblici o privati. – Perché vi sia un’effettiva concorrenza, proponiamo che (1) la Regione conceda le autorizzazioni dietro verifica dei soli requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi, essendo implicita nella disponibilità a investire dei privati l’esistenza di un fabbisogno di strutture, (2) tutti i soggetti debitamente autorizzati a fornire una certa prestazione sanitaria vengano automaticamente accreditati; (3) la convenzione verrà concessa a chiunque ne faccia richiesta. Non vi è infatti motivo che la Regione si sostituisca al mercato nell’esprimere l’esigenza di nuove strutture sanitarie. Non vi è motivo che strutture sanitarie giudicate di qualità insufficiente per operare nell’ambito del SSN siano autorizzate a prestare servizi sanitari al di fuori del SSN. Non vi è inoltre motivo perché le ASL scelgano quali soggetti privati possano essere convenzionati a fornire prestazioni ai propri iscritti. La Regione deve solo, attraverso la concessione ed eventualmente la revoca dell’autorizzazione, controllare la capacità di fornire prestazioni secondo standard prefissati. Le convenzioni svolgono nella sanità la stessa funzione che le licenze svolgono nel commercio. Entrambe creano rendite di posizione e nuocciono al cittadino/consumatore.

Favorire l’informazione, non guidare la scelta. – Nel sistema che proponiamo, la Regione avrà anche il compito fondamentale di sostenere la diffusione di informazioni sulla qualità delle diverse strutture sanitarie in competizione tra loro, in modo da permettere una scelta consapevole da parte dei cittadini. Per essere autorizzate, le strutture sanitarie dovranno garantire trasparenza e pubblicità degli indicatori di efficacia delle prestazioni sanitarie fornite. La Regione incentiverà inoltre le associazioni di cittadini/consumatori ad operare il monitoraggio delle strutture sanitarie, provvedendo essa stessa al servizio in caso di inadeguatezza di queste ultime.

Selezione esterna, incentivi e separazione tra controllati e controllori – Seguendo il principio della separazione tra indirizzo e gestione, non è giustificabile la decisione politica nella scelta e nell’operato dei manager della sanità pubblica. Gestire ospedali significa gestire aziende. Il ruolo politico sta nell’indirizzo e nel controllo e non nella gestione. I responsabili della gestione devono quindi essere manager puri. La nostra scelta politica sarà di non scegliere su base politica: la nomina dei dirigenti delle ASL e delle ASO verrà affidata ad una società di cacciatori di teste – scelta tramite gara pubblica. Questa provvederà a selezionare in modo professionale i dirigenti, assunti a tempo determinato. I dirigenti di primo livello provvederanno poi – come attualmente previsto – alla nomina dei dirigenti ai livelli inferiori della scala gerarchica, di nuovo con contratti a tempo determinato. Il buon operare di tutti i dirigenti sarà garantito da un sistema di retribuzione collegato al raggiungimento di obiettivi chiari, precisi e verificabili, il cui controllo sarà affidato a meccanismi che ne garantiscano la credibilità (oggi – per esempio – l’operato dei primari viene sottoposto a verifica solo ogni 5 anni, e da parte di un collegio di colleghi!).

Accelerare l’informatizzazione delle strutture sanitarie – Nostro impegno è di arrivare nel più breve tempo possibile alla creazione di una smartcard sanitaria individuale, che il cittadino può portarsi sempre appresso, contenente tutte le cartelle cliniche, le lettere di dimissioni e i referti medici che lo riguardano.

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